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27.4.13

Cosa mi ha dato l'Erasmus?

Son passati circa tre mesi dalla fine del mio periodo Erasmus e dal mio ritorno (più o meno traumatico) in patria. Nella patria di sempre. Con i problemi di sempre. Con i luoghi di sempre. Eviterò di raccontare di come i miei giorni si susseguano pressoché uguali l’uno all’altro, dove il perdere le chiavi di casa sia l’avvenimento più rilevante dei miei ultimi 20 giorni.  Eviterò di sottolineare come qui in Italia anche il cercare un libro in biblioteca sia un’impresa alla stregua delle 12 fatiche di Ercole. Eviterò di non fare confronti tra le opportunità che i giovani hanno e la serietà con la quale sono trattati in Inghilterra e gli ennesimi tagli all’istruzione del governo italiano.
Eviterò, dunque, tutto ciò, per concentrarmi invece sulla domanda che ogni ex-Erasmus si è sentito chiedere e che, inevitabilmente, si chiede da solo: cosa mi ha dato l’Erasmus?

Goodbye, Univeristy of Warwick

Ed ecco che il mio anno all’Università di Warwick è giunto ad una fine.
Fine tanto rimandata ma purtroppo arrivata. Non mi resta dunque che dare l’ultimo degno saluto a questo mio Erasmus.

Londra-Amsterdam in autostop

600 km36 ore“0″ soldi. Ce la fai ad arrivare ad Amsterdam?
Si può essere tanto folli da accettare? Noi lo abbiamo fatto. E sabato 5 alle 9 del mattino siamo partiti, zaino in spalla, da Coventry, destinazione Amsterdam.

"Prof. I'm Erasmus!"

Tempo di esami, saluti e partenze, all’Università di Warwick. Per molti Erasmus, infatti, è giunto il tempo di tornare alle proprie regolari esistenze in patria, dopo 6 intensi mesi di vita da favola. Perchè diciamoci la verità: gli Erasmus si divertono. E non poco.

Il vero significato dell'Erasmus

Ora che finalmente nevica anche quassù in Inghilterra posso dire di essere davvero felice. La candida neve non imbianca più solo i monti torinesi o i colli romani, ora anche il campus dell’università di Warwick è ricoperto da un generoso strato di pura neve, cosa che mi fa letteralmente andare fuori di testa.

Inghilterra, dove l'istruzione non è uguale per tutti

Quando dici Inghilterra dici benessere. Dici pari opportunità. Dici legge uguale per tutti emeritocrazia e istruzione prima di tutto eccetera eccetera. Ma sarà poi vero del tutto? Da quando sono qui mi sto accorgendo che non è proprio così.

La faccia oscura del sogno Warwickiano

Ed è già ora di ripartire. L’epifania, che tutte le feste si porta via, fa traslocare anche me e il mio ingombrante bagaglio per trasportarmi nuovamente, dopo la breve pausa natalizia in Italia, in quel di Coventry, dove mi attendono le lezioni del secondo semestre e gli esami di metà anno.

Spaghetti e mandolino: i luoghi comuni degli inglesi

Una sera ero al pub con degli amici e mi è capitato di scambiare due parole con un ragazzo. Quando, in risposta alla sua domanda, ho detto che ero italiana, ho visto spegnersi sul suo volto ogni tipo di espressione. Dopodichè, si è girato dall’altra parte e mi ha allegramente ignorata. Ferita nell’orgoglio e intollerante al trattamento ricevuto, ho deciso di non demordere e di provare ad avere un dialogo con quello strano individuo, così mi sono inserita nella conversazione, e gli ho chiesto lui da dove venisse. Con un chiaro sforzo sovraumano mi ha sibilato: “Nottingham”. Ah, ecco, si spiega tutto.

"Papà, da grande voglio fare il Presidente"

È ormai da due mesi che seguo i corsi qui all’università di Warwick, ed è giunto il momento di fare qualche raffronto, di quelli cinici che piacciono tanto a me. Innanzitutto, la prima cosa fondamentale da sapere sull’università inglese, è che è completamente diversa da quella italiana.

"Pensavo che l'Italia mi sarebbe mancata di più, invece..."

Sono trascorse due settimane dal mio arrivo a Warwick ma mi sembra di essere qui da una vita. È una strana sensazione, perché invece credevo che mi sarebbe mancata di più l’Italia. Ogni giorno entro sempre più in sintonia con questo posto. Tutto qui è più semplice. A cominciare dalla lingua.

Innamorarsi a Coventry

Ok, sono ufficialmente innamorata. Di un luogo. È forse possibile? All’inizio credevo fosse solo l’euforia del cambiamento, ma ora, a distanza di una settimana, mi rendo sempre più conto che qui potrei viverci per sempre.